Il codice disciplinare
Forse non tutti i dipendenti sanno che sul posto di lavoro si potrebbe subire una sanzione dal datore di lavoro. Nella prima parte di questo articolo tratterò del potere sanzionatorio del datore di lavoro, mentre nella seconda scopriremo cos’è il codice disciplinare e se sia utile o meno adottarlo in azienda.
Il potere sanzionatorio del datore di lavoro
L’art. 2106 del codice civile stabilisce che il datore di lavoro può sanzionare i dipendenti o per violazione del dovere di diligenza o del dovere di fedeltà.
Con l’approvazione della legge n. 300/1970, nota come lo “Statuto dei lavoratori”, il Parlamento ha adottato una sorta di “magna carta” dei diritti dei lavoratori che tuttora, dopo oltre 50 anni, costituisce il punto di riferimento per quanto concerne i diritti e le libertà nel settore del lavoro. In particolare, l’art 7 dello Statuto disciplina il potere disciplinare. Tale disposizione stabilisce che le norme che riguardano le infrazioni e le sanzioni devono essere portate a conoscenza dei lavoratori a mezzo dell’affissione in un luogo accessibile a tutti. Inoltre, afferma che il codice disciplinare deve dare applicazione a quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro.
Il codice disciplinare
Si tratta di una raccolta di regole che consentono al lavoratore di poter comprendere ciò che si può fare durante l’orario di lavoro e ciò che non è consentito. Inoltre, il codice dovrebbe regolare il procedimento disciplinare, indicando le sanzioni per ciascuna violazione delle norme di comportamento. Tra le sanzioni più diffuse vi è il richiamo orale, il richiamo scritto, la multa, la sospensione della retribuzione e nei casi più gravi il licenziamento.
L’obbligo di pubblicare il codice
Il contenuto del codice deve essere conoscibile e per questo l’art. 7 dello Statuto dei lavoratori stabilisce che sia pubblicato in un luogo accessibile a tutti. Sul punto, la Corte di cassazione, con orientamento ormai consolidato, afferma che l’affissione è l’unica modalità prevista dalla legge per rendere conoscibile il codice e che non ha alcun rilievo la consegna di una copia a mani del lavoratore al momento dell’assunzione o l’invio tramite e-mail.
Pertanto, in caso di mancata affissione, la violazione del codice non potrebbe considerarsi rimproverabile e se venisse applicata una sanzione, questa non avrebbe alcuna utilità o funzione di rieducazione, in quanto sarebbe considerata un’ingiustizia.
Per esempio, se il codice disciplinare prevede che siano consentiti solo dieci minuti di pausa ogni due ore di lavoro, ma non è stato affisso in un luogo accessibile a tutti, nessuno sa dell’esistenza di questa regola e nessuno può considerarsi in colpa per non aver rispettato una regola ignota. L’eventuale sanzione per tale violazione sarebbe da considerarsi nulla secondo la Corte di cassazione e quindi può essere impugnata dinnanzi al Tribunale.
Il cd. minimo etico
Non tutte le sanzioni applicate senza la previa affissione del codice disciplinare possono considerarsi nulle. La giurisprudenza, nei casi in cui aveva rilevato l’assenza di un codice disciplinare o la sua mancata pubblicazione, ha trovato il modo per ritenere valida la sanzione comminata dal datore di lavoro. Si tratta di eccezioni che riguardano le fattispecie più gravi, quando il comportamento del lavoratore viola il cd. minimo etico ed è talmente grave da integrare una fattispecie di reato, come potrebbe essere l’ipotesi di un furto in azienda. In tali casi non rileva l’assenza di un codice disciplinare, in quanto il divieto di rubare è previsto dalla legge penale e peraltro costituisce un precetto che sta alla base delle regole della convivenza civile note a tutti i cittadini.
L’utilità di un codice disciplinare
In conclusione, tranne i casi sopra menzionati, rimane essenziale, per un’azienda munirsi di un codice disciplinare, soprattutto in relazione alle fattispecie meno gravi, le quali potrebbero non essere sanzionate dal datore di lavoro. D’altra parte, la giurisprudenza ha trovato il modo di far sì che, nel silenzio della legge, in relazione alle infrazioni più gravi, la mancata affissione o l’assenza di un codice disciplinare sia irrilevante ai fini della validità della sanzione irrogata.